2000
Dopo l’importante retrospettiva, curata da Roberto Daolio, nella sede espositiva di Villa delle Rose a Bologna, la mostra a Lugano, in collaborazione con l’Archivio Bartolini e Studio Dabbeni, è stata dedicata a due periodi appartenenti alla fase iniziale del suo lavoro: i Kleenex e le CartepaglieAtlantide e il mito di Asterione.

Kleenex e Cartepaglie (1974 – 76) La ricerca dei materiali, che percorre tutta la sua arte, è alla base dei primi lavori degli anni Settanta. L’artista, con l’esclusivo utilizzo della carta associato a semplici forme geometriche, suggerisce un’esperienza tattile derivata da questi materiali poveri, nei quali la trasparenza e la morbidezza dei fazzoletti kleenex si contrappongono alla ruvida robustezza delle Cartepaglie (carta da macellaio). Questi lavori liberamente sospesi sulle pareti intrattengono un rapporto di assoluto rigore con lo spazio.

Atlantide e il mito di Asterione (1979 – 80) Con Jodhpur, opera composta da quindici parti, a cerchi concentrici tracciati in oro e con Vulcano (pastello su carta), Bartolini approfondisce la tematica del mito di Atlantide, la cui collocazione potrebbe coincidere, come è noto, proprio con quella della moderna Santorini (meta di un lungo soggiorno dell’artista durante l’estate del 1980). In questo periodo l’artista lavora sulla frammentazione: sempre più frequente l’utilizzo dell’oro a delineare spirali o labirinti immaginari dal valore prettamente evocativo. Indietro